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Riparte FONDO NUOVE COMPETENZE

Fondo nuove competenze, strumento di politica attiva nato per sostenere aziende e lavoratori nella fase post pandemica con scadenza il 30 giugno, ha generato oltre 14mila richieste da parte di aziende, di cui 5.595 sono stare ammesse al finanziamento di complessivi 730 milioni coinvolgendo 329mila lavoratori per 40 milioni di ore formazione. La restante parte è rimasta in standby per esaurimento fondi, ma si riaprono le possibilità visto che la Commissione europea ha dato il via libera all’assegnazione di 1 miliardo del programma React-Eu al Fondo: è atteso un nuovo bando nel mese di novembre e l’Agenzia nazionale per il Lavoro guidata da Raffaele Tangorra e del ministero del Lavoro probabilmente chiederà della documentazione integrativa a chi ha presentato la domanda entro la scadenza di giugno.

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A breve, dunque, ripartirà la misura finanziata dal decreto Rilancio (500 milioni) e dal Programma Operativo nazionale sistemi di politiche attive (230 milioni), e rilanciato dall’attuale ministro del Lavoro, Andrea Orlando che consente alle imprese di adeguare le competenze dei lavoratori, destinando parte dell’orario lavorativo alla formazione, le ore di stipendio del personale in formazione saranno finanziate interamente dal fondo, previo accordo collettivo raggiunto con le organizzazioni sindacali.

Prima della scadenza dello scorso 30 giugno, a causa delle enormi quantità di richieste, i fondi sono andati esauriti. Solo a settembre Anpal ha potuto emanare un decreto per disporre la riapertura, in ordine cronologico, dell’istruttoria delle istanze presentate fino al 25 maggio, con un finanziamento per oltre 700 aziende, attingendo alle economie derivanti da rinunce o minori rendicontazioni presentate dalle aziende (rispetto al finanziamento concesso).

«Il Fondo si sta dimostrando lo strumento migliore per rispondere ai bisogni delle imprese che vogliono puntare sul capitale umano aumentandone le abilità, anche alla luce dei cambiamenti prodotti dalla pandemia sul mercato del lavoro. Può rappresentare un modello a cui guardare in vista della riforma degli ammortizzatori sociali, con cui andrà necessariamente legato il sostegno al reddito a favore dei lavoratori alle politiche attive», queste le parole di Niccolò Invidia, capogruppo M5S in commissione Lavoro alla Camera, per spiegare gli effetti benefici del fondo sul tessuto imprenditoriale italiano post pandemia.