La scuola non è solo un luogo dove apprendere nozioni che ritorneranno utili nel corso dell’esistenza e nel mondo del lavoro: la scuola è anche palestra di vita, “allena” a confrontarsi con i propri pari, e non solo, a rispettare le regole e le autorità competenti.
Tra i compiti della scuola, quello di trasmettere agli alunni gli strumenti utili e necessari per inserirsi al meglio nella società. Bisogna istruire i ragazzi alla cultura della condivisione, abituarli a vivere in comunità e sentirsi parte di essa.
Gli approcci per raggiungere tale scopo possono essere diversi. Tra i più importanti quelli alternativi alla metodologia di insegnamento così detto tradizionale:
1. Metodo Montessori
2. Metodo Agazzi
3. Metodo Pizzigoni
Metodo Montessori
Il metodo Montessori è un sistema educativo sviluppato dalla pedagogista Maria Montessori, dalla quale prende il nome. Non a caso ad oggi sono circa 60.000 le scuole nel Mondo che lo hanno fatto proprio, con una maggiore diffusione tra Stati Uniti, Germania, Paesi Bassi e Regno Unito.
Non c’è una particolare fascia anagrafica a cui è mirato, viene adottato sia dalle scuole primarie che in quelle secondarie, dunque destinato a bambini e adolescenti. Punti di forza del Metodo Montessori sono i seguenti:
indipendenza del discente
libertà di scelta del proprio percorso educativo (sempre però entro determinati limiti codificati)
sul naturale sviluppo fisico, psicologico e sociale del bambino
Particolarmente interessante è il concetto di «educazione cosmica», il cui obiettivo è trasmettere al discente “un senso di responsabilità e di consapevolezza verso la rete di relazioni che collega ogni entità microcosmica al contesto generale macrocosmico”.
Metodo Agazzi
Il metodo Agazzi prende il nome dalle sorelle Rosa e Carolina, due pedagogiste ed educatrici sperimentali.
Per quanto si rifaccia al Kindergarten di Fröbel, esalta la vitalità e la spontaneità dell’infanzia, contrapponendosi all’idea di scuola come impositiva di disciplina e di pensiero.
Le sorelle Agazzi criticano altresì la precocità dell’educazione, giacché ritengono fondamentale formare bambini e non trasformarli in scolari.
I bambini devono poter crescere in un ambiente familiare, in grado di stimolare la loro creatività, che si sviluppa anche grazie a un costante dialogo con gli adulti.
Il metodo Agazzi rivoluziona anche il ruolo dell’educatrice: non più vista come un’autorità da rispettare e forse anche temere, ma che deve richiamare al ruolo di madre, pur sempre a suo modo un’autorità ma con una natura umana e affettiva.
Ultimo aspetto fondamentale è il cosiddetto metodo intuitivo che individua l’insegnamento come un modo per favorire le esperienze di apprendimento dei bambini in modo spontaneo. L’educatrice rispetta e tutela così la spontaneità del discente, limitandosi a predisporne le soluzioni.
Metodo Pizzigoni
Il Metodo Pizzigoni è stato fondato dalla pedagogista italiana Giuseppina Pizzigoni vissuta tra la seconda metà dell’800 e la prima metà del ‘900.
Il suo metodo si basa sul postulato che le attività didattiche siano caratterizzate da esperienze concrete e vissute. Funzionali allo sviluppo della personalità del bambino.
Per raggiungere tale scopo, il Metodo Pizzigoni spinge a una metodologia che favorisca il costante contatto dell’alunno con la realtà che lo circonda.
Interessante è il modo con cui viene progettata la scuola anche da un punto di vista strutturale:
finestre-porte
giardino
orto
laboratorio didattico
Lo scopo finale è quello di fare in modo che il bambino viva una esplorazione completa nella natura, si immerga in essa con l’educatrice che, anche in questo caso, deve solo accompagnarlo nel suo percorso scolastico senza interventi particolarmente invasivi.