Cosa sono i voucher per la digitalizzazione delle PMI e perché cogliere questa opportunità
Innovare i processi, aumentare la competitività, accedere a nuovi mercati: la digitalizzazione è allo stesso tempo una sfida e un’opportunità per le piccole e medie imprese.
In base all’indice dell’economia e della società digitale (DESI), l’Italia si colloca al 18° posto nella classifica dei 27 stati membri UE per quanto riguarda l’integrazione delle tecnologie digitali nelle imprese. Negli ultimi anni sono stati fatti indubbiamente notevoli passi avanti, ma la strada da percorrere è ancora molta. Per questo, al fine di sostenere questa transizione sono state previste diverse misure agevolative, tra cui i voucher per la digitalizzazione delle PMI e il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNNR), che nell’ambito della Missione 1 – Componente 2 “Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo”, include l’Investimento 1 “Transizione 4.0”, finalizzato proprio alla promozione digitale delle imprese.
Mettendo a disposizione ben 13,381 miliardi di euro, sommati ai 5,08 miliardi del Fondo complementare, vengono così favoriti, attraverso il riconoscimento di crediti d’imposta, gli investimenti privati in beni e attività a sostegno della digitalizzazione dei processi.
Dai vantaggi per le imprese, alle pratiche di presentazione della domanda, in questo articolo potrai scoprire tutto sui voucher per la digitalizzazione delle PMI ed essere al passo con le evoluzioni tecnologiche e le aspettative dei clienti.
Perché la digitalizzazione delle PMI è così importante?
Nel panorama attuale, per affrontare le sfide del mercato globale, sempre più dinamico e competitivo, la digitalizzazione delle aziende non solo è imprescindibile, ma si rivela necessaria.
Le tecnologie digitali, infatti, offrono numerosi vantaggi alle imprese che si vogliono innovare, crescere e differenziare. Ecco alcuni dei principali benefici della digitalizzazione 4.0:
- Maggiore efficienza. Le aziende che sfruttano le tecnologie digitali possono ottimizzare i processi produttivi e gestionali, riducendo tempi e costi, e aumentando la qualità e la produttività. Per esempio, l’uso di software, sensori e intelligenza artificiale, consente di monitorare le attività in tempo reale e garantire una maggiore efficienza e sicurezza dei processi.
- Innovazione e competitività. La trasformazione digitale favorisce lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi, e di modelli di business più flessibili, rendendo le imprese più competitive e capaci di rispondere meglio e in tempi più rapidi ai mutamenti delle esigenze di mercato.
- Internazionalizzazione e business innovativi. Le nuove tecnologie consentono di ampliare il mercato di riferimento, raggiungendo anche clienti, partner e fornitori in aree geografiche internazionali, sfruttando le opportunità offerte dal commercio elettronico.
- Rivoluzione green. Il digitale è importante anche in un’ottica di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Infatti, fornisce soluzioni intelligenti per ridurre i consumi energetici e gli sprechi, per gestire in modo efficiente le risorse, e per promuovere la trasparenza delle imprese.
- Miglioramento dell’esperienza dei clienti. Anche la customer experience è avvantaggiata dalla digitalizzazione, i clienti possono infatti contare su siti web, piattaforme e servizi online semplici e intuitivi, che favoriscono l’incremento delle vendite e migliorano il servizio di assistenza.
Cosa sono i voucher per la digitalizzazione delle PMI e come richiederli
I voucher per la digitalizzazione delle PMI sono contributi a fondo perduto, di importo non superiore a 10 mila euro e per un massimo di 250mila euro, che vengono erogati alle aziende dalle Regioni o dalla Camera di Commercio per acquistare beni e servizi tecnologici e sviluppare le competenze digitali del personale.
Ogni azienda può disporre di un solo voucher che copre il 50% delle spese ammissibili, che in alcuni casi può arrivare al 70%, per l’acquisto si software, hardware, e tutte le tecnologie abilitanti previste dal “Piano Impresa 4.0”, previa verifica della regolarità della domanda e della documentazione.
Ma chi può beneficiare di questo voucher? Tutte le PMI, singole o gruppi di imprese, che intendono realizzare progetti di digitalizzazione attraverso la fornitura di servizi volti a:
- modernizzare il lavoro con l’uso di strumenti tecnologici;
- migliorare l’efficienza dell’azienda;
- incentivare gli e-commerce;
- promuovere il collegamento a internet o l’uso delle connettività a banda larga e ultralarga;
- fare interventi di formazione del personale nel campo ICT.
I voucher sono messi a disposizione presso i PID (Punti Impresa Digitale), delle strutture che si trovano presso le Camere di Commercio e vengono erogati attraverso bandi pubblicati a cadenza variabile.
Quindi, per accedere al voucher, le PMI devono presentare una domanda esclusivamente online, seguendo l’apposita procedura nella sezione “Accoglienza Istanze” sul sito web PID della Camera di Commercio. È richiesto il possesso di una casella PEC registrata presso il registro delle Imprese, e della Carta Nazionale dei Servizi (CNS) con relativo PIN. Inoltre, è necessario allegare la documentazione richiesta dal bando, come ad esempio la visura camerale, il preventivo di spesa, e l’autocertificazione del possesso dei requisiti.
Bonus per la digitalizzazione degli studi professionali
Poiché gli incentivi per la digitalizzazione proposti interessano quasi esclusivamente le imprese, Confprofessioni ha proposto un bonus per la digitalizzazione, per gli investimenti tecnologici e per la formazione del personale, che può essere richiesto anche dagli studi professionali.
La richiesta è stata avanzata di fronte alle Commissioni congiunte Bilancio di Camera e Senato lo scorso novembre 2023, in occasione dell’audizione sul disegno di legge di bilancio per il 2024 e il triennio 2024-2026.
In una nota, la Confederazione propone, anche per gli studi professionali, incentivi all’acquisto, allo sviluppo e all’apprendimento delle infrastrutture digitali per poter maturare maggiori competenze e affrontare la concorrenza in un settore sempre più competitivo.
Per questo, Confprofessioni chiede di individuare nuove risorse a sostegno delle attività professionali, eventualmente nell’ambito stesso del PNNR.
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