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L’impatto dell’innovazione e del cambiamento sulle professioni della moda

Uno dei settori più discussi e attenzionati dopo questo lungo periodo di Pandemia è proprio il mondo del tessile e della moda.
Siamo tutti consapevoli della leadership italiana nel tessile-moda di media e alta gamma. Ricordiamoci sempre che il 70% del lusso venduto a livello globale dai marchi europei e persino americani è prodotto in Italia. Un patrimonio che va gestito non come museo, bensì come un insieme di know how artigianale e manifatturiero che deve restare al passo coi tempi”, queste le parole del Presidente delle Camera Nazionale della Moda Italiana Carlo Capasa.

Il “Made in Italy” di moda e design che era già di per sé proiettato verso un futuro differente, durante della Pandemia ha subìto una svolta decisiva, trovandosi totalmente assorbito dall’avvento della digitalizzazione e della sostenibilità.
A seguito di un forte calo di fatturato registrato nel 2020, con otre il 23% rispetto il 2019; il mondo della moda si è dovuto reinventare imparando a convivere con la mancanza del pubblico dalle passerelle, innescando nuovi equilibri con “sfilate virtuali” e presentazione di accessori tramite realtà aumentata. Questo comporta nella TMA (tessile-moda-accessori) una spinta digitale ben definita nella creazione di programmi digitali e 3D , facendo emergere il “3D VIRTUAL DESIGNER”, gli architetti digitali della moda; divenute risorse basilari per le aziende tessili. Non è difficile immaginare a prescindere dal momento in cui viviamo, dove siamo stati bruscamente privati dai rapporti umani, che da qui a poco tempo avverrà una vera e propria rivoluzione dove non andremo più a “misurare” capi fisicamente ma solo virtualmente.

Tutto ciò si traduce in una nascita di nuove professioni come e-commerce manager, social media manager, digital market manager, copywriter che insieme al 3D Virtual designer, diventano necessarie per coniugare il mondo digitale alle realtà industriali e tessile italiane.

 

Nel primo semestre dell’anno sono stati registrati segnali positivi tali da prevedere la tanto attesa “ripresa a V” che vedrà protagoniste le aziende “sopravvissute” la tunnel della Pandemia, le quali torneranno ad investire non solo nel mercato globale ma anche in risorse nuove e performanti, si avrà richiesta di migliaia di figure professionali oggi introvabili. Di fatto sono 10mila le risorse mancanti, giovani professionisti ancora da formare su digitale e sostenibilità così da poter soddisfare le richieste del mercato globale.
“… Le fabbriche sono cambiate, con la globalizzazione ci siamo reinventati, industrializzando le capacità artigianali che ci rendono leader nel medio e alto di gamma. È questa la strada e ai giovani dico: siete nativi digitali e nativi ambientalisti e persino nativi attivisti sociali. Convogliate queste attitudini scegliendo di lavorare nel mondo della moda, che potete contribuire a cambiare in meglio”. L’invito di Capasa ai giovani italiani, augurandosi che la formazione faccia da chiave di volta del mondo digitale e sostenibile.

 

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